lunedì 30 marzo 2009

LA MARCIA E' COMINCIATA


Mentre i quotidiani riportano nelle prime pagine, l'apoteosi di applausi per Berlusconi, al congresso del PdL, in Europa è cominciata la marcia contro i banchieri. Secondo la polizia stanno manifestando in 35.000 a Londra, sindacati, ecologisti, noglobal, pacifisti, e una serie di nuove organizzazioni, si apprestano a preparare un "comitato" di accoglienza in vista del G20 in programma il 2 aprile proprio a Londra. Altre 25.000 persone sono scese in piazza in Germania, a Berlino e a Francoforte, a Bruxelles le persone hanno indossato le maschere rapresentanti i 20 leader mondiali del G20. Alcuni manifestanti hanno ripreso lo slogan di Barak Obama che fece nella sua campagna elettorale "yes we can "(sì possiamo dare), affermando "yes we can put people first" (si possiamo dare la priorità alle persone). In Francia, a Parigi, se la sono presa con i banchieri corrotti, ed è andato in scena lo smantellamento simbolico di un paradiso fiscale. Ovunque gli slogan erano " noi non pagheremo la loro crisi", "ci hanno rovinati", "il pianeta prima dei profitti". A parte qualche disordine a Berlino dove ci sono stati dei fermi da parte della polizia, sembra che per il resto tutto si sia svolto pacificamente. Ma questa è solo la prima delle sei giornate di manifestazioni previste, in vista del G20 in programma per giovedì. Le forze dell'ordine non nascondono la loro preoccupazione, perchè la rabbia ormai è tanta, tra la folla c'era anche una suora che distribuiva volantini contro i mutui casa.
Un grande e storico compito sono chiamati a svolgere i leader del G20. Aspettiamo tutti delle risposte, chiare, concise, e brevi, con parole semplici in modo che tutti possano capirle. Questa volta non ci possono più prendere in giro.

Saluti a tutti

mercoledì 25 marzo 2009

La battuta è aperta

Caccia aperta agli evasori, questa si che è una novità. L'articolo dice che ci vuole la lente di ingrandimento per trovare gli evasori, ma vuol dire allora che qua ce ne sono pochi. Continua la strategia di oppressione allo scopo di intimorire quella categoria di persone che potrebbero eludere le tasse. A costo di ripetermi, sono d'accordo sui controlli, chi non paga venga punito, purché siano fatti in tutto il territorio in maniera equa, e senza privilegi.
Rimangono sempre le stesse domande senza risposta, i soliti dubbi (che ormai dubbi non sono). Come previsto chiederanno aiuto ai comuni per individuare i probabili evasori, perché sono quelli che conoscono meglio chi ci vive e come vive. Ora la domanda è chi controlla i controllori? Se il comune dovrà aiutare la G.di F. , verso chi indirizzerà i controlli? Verso i sindaci, assessori, consiglieri, verso quelle aziende che hanno sponsorizzato la loro campagna elettorale, verso gli amici degli amici? Io credo proprio di no. Questa è la strada verso la quale sono indirizzati, e se sarà approvato il federalismo così com'è, sarà ancora peggio per noi, sarà come avere una piccola Roma in ogni comune. Credo che in un momento di crisi come questo, di tensione, stress, dove la sopravvivenza delle aziende è appesa ad un filo e con essa il futuro degli operai, sia come gettare benzina nel fuoco(con quel che costa) e prima o poi qualcuno si scotterà. Penso sarebbe utile invece indirizzare i controlli laddove la lente non serve, e che in alcuni casi non servono neppure i controlli, basterebbe solo incassare.

lunedì 23 marzo 2009

Povero Silvio

Berlusconi sempre più "pevero".
Precipita l'imponibile del Cavaliere. Reddito del 2007, 10 volte inferiore a quello del 2006.
Ma se ha sempre detto che la crisi non deve preoccupare l'Italia
. Ed ora, con sorpresa, ci fanno sapere che sta quasi per diventare povero. In un momento di tensione, dove gia tutti hanno i nervi tesi, a causa della crisi che fa perdere il lavoro a migliaia di operai, famiglie che non arrivano a fine mese, dove i più fortunati son cassaintegrati, non mi sembra il caso di gettare benzina sul fuoco, pubblicando i redditi di questi signori. Mi chiedo che senso ha pubblicare oggi le dichiarazioni dei redditi relative all'anno 2007 fatte circa un anno fa.

IL DEBITO ETERNO

I PADRONI DELLA CRISI PRIMA PARTE
I PADRONI DELLA CRISI SECONDA PARTE

venerdì 20 marzo 2009

Festa del papà

Auguri a Te, che mi hai amato più di Te stesso. Impressi nella mia mente e scolpiti nel mio cuore rimarranno per sempre i ricordi di quei giorni felici vissuti con Te.
Tu, che sempre mi hai accompagnato, nel difficile percorso della vita e me ne hai insegnato i valori. Tu, che mi hai lasciato libero, nelle mie decisioni dandomi fiducia, di esprimermi, di essere me stesso. Da Te ho imparato quanto più sia grande la gioia nel dare che nel ricevere. Se posso esprimere un desiderio, vorrei che i miei figli, un giorno, avessero un ricordo di me, com'è il mio per Te.
Che Tu possa riposare in pace.
Sì, conservo un bellissimo ricordo di mio padre. Una persona semplice, modesta, solare, onesta, gioiosa, non lo dico solo io , ma anche tutte le persone che l’hanno conosciuto.

Ora, dopo questa parentesi, torniamo hai giorni nostri. Cari papà, dai 40 ai 50 anni, come butta?
Vorrei essere li a vedere le vostre facce dopo questa domanda. Indipendentemente dalla considerazione che avete di vostro padre, o al ricordo che ne conservate, pensate per un momento ai giorni di quando i nostri padri avevano l’età che abbiamo noi adesso. Pensate a quei giorni, di come vivevano, avevano poco o nulla, ma conducevano una vita più serena. Erano gli anni 60-70. Saranno stati anni di sacrifici, a volte di stenti, ma fare il padre in quegli anni credo fosse, non dico più facile, ma lasciatemi almeno dire, meno difficile. Non è mai facile il mestiere di padre, nessuno te lo insegna, ma un vecchio proverbio dice: chi semina raccoglie. Oggi è difficile fare il padre per tanti motivi, primo fra tutti la lotta continua contro i media. Contro quella TV spazzatura che ci propinano, di quella visione distorta dalla realtà, di quella informazione fatta dai servi di partito. Ogni giorno, ogni ora, ogni minuto illuminano, plasmano, condizionano soprattutto i giovani, i più deboli, e quelli che ancora si possono modellare secondo il loro modello. Modello di una società che troppo spesso è così lontana dai nostri principi. Non solo la TV ma anche le pubblicità, come questa per esempio.
Ritorneremo sicuramente a parlare di quest’argomento in futuro, ora voglio solo fare un augurio a tutti i papà. A loro dico di lottare, di difendere i valori della vita, non lasciate che ci portino via i nostri i figli, difendeteli da questo gioco perverso dei benpensanti.
Rispettate i vostri figli, le loro idee, ascoltateli, provate almeno una volta a spegnere la TV quando la famiglia è a tavola, scoprirete cose che non vi sareste mai immaginati, aiutateli a trovare la strada e accompagnateli finché ne avranno bisogno, fategli sapere che ci siete e che ci sarete sempre quando e se ne avranno bisogno. Per ultima ma non meno importante, ricordatevi che qualche volta, anche loro hanno ragione.
Saluti a tutti

martedì 17 marzo 2009

Il Gazzettino birichino

Giovedì 12 Marzo 2009, il Gazzettino riporta in prima pagina la notizia: I vip si fingevano poveri: maxi truffa sui ticket. La notizia prosegue con ampio spazio nella seconda pagina e tutta la terza pagina, con le parole del procuratore Fojadelli e il comandante provinciale della Guardia di Finanza colonnello Claudio Pascucci .Sempre in giornata,«Di cattivo esempio ai giovani è un'offesa a chi non può difendersi». Lo ha detto il vescovo di Treviso Andrea Bruno Mazzocato commentando, la truffa che 157 cittadini trevigiani avrebbero attuato ai danni del sistema sanitario dichiarando falsamente redditi inferiori al minimo per ottenere esenzioni dal ticket.

Nel caso dell’Usl 7 quello che impressiona non è la cifra
dei mancati incassi: «Non è questo il punto, anche se si tratta
di cifre pur sempre ragguardevoli. Quello che preoccupa è il fenomeno.
La cosa sconcertante è la convinzione che il denaro pubblico sia considerato
di proprietà di chi se ne appropria: questa è la coscienza civile che manca.

……………………
Tutto questo è un colossale spreco di energie e di risorse.
E questo vale per i cittadini della Marca, molti dei quali hanno
la pretesa di dare lezioni a tutti. Dopo tutto questo,
nessuno avrà più il diritto di dare lezioni a chicchessia».

Giusto dare ampio spazio a questa notizia.
Quello che non capisco è tutto questo accanimento verso i veneti. Il solito gioco che si ripete, imprenditori e liberi professionisti non pagano le tasse. Un’altra cosa che mi chiedo, è quanto può ammontare il danno recato alle casse dello stato? Sono sicuro che ammonta a qualche decina di migliaia di euro. Come lo ammette lo stesso Fojadelli

Ma la matematica non è una opinione, su 40.000 esenzioni certificate, le denunce sono state 157, come riportato nell’articolo, la percentuale è dello 0,4%. , e come hanno detto, questo si riflette anche nella loro disonestà per quanto riguarda la denuncia dei redditi. Considerando che la città di Treviso conta circa 33.000 famiglie, le famiglie disoneste sarebbero circa 130. O se preferite su circa 80.000 abitanti, che conta la città di Treviso, i disonesti sarebbero 314.
Badate bene, lungi da me prendere le difese di queste persone. Le tasse vanno pagate, la domanda sarebbe casomai:”Quante volte vanno pagate? “
Ma per favore, non vengano questi signori a parlarci di coscienza civile, o di non poter dare più lezioni a chicchessia dopo questo, pur sapendo che ci sono regioni esenti da ticket, e che accumulano dei debiti spaventosi, che poi noi stessi dobbiamo pagare.
Ho pensato di scrivere questo post dopo aver letto il Gazzettino di oggi, in prima pagina, nascosto tra i vari titoloni, un trafiletto di poche righe diceva:

La battaglia dei sindaci del 20% rischia di essere un autogol
Il disegno di legge sul federalismo fiscale entra nell’aula della Camera dei Deputati, dove sarà discusso e votato dal plenum dell’assemblea, dopo il proficuo lavoro delle Commissioni che ha posto tutte le premesse per confermare il carattere di riforma bipartisan già conquistato in Senato.
Le modifiche al testo sono state numerose, ma non hanno alterato l’impianto complessivo.
(Segue a pagina 23)

No dico io, a pagina 23, a pagina 23? Da notare che dopo di questa pagina c’è solo la pubblicità sul retro del giornale. Riporto l’articolo per intero perché secondo me ne vale la pena.

La battaglia

Le coordinate del modello rimangono le stesse – la tracciabilità dei tributi e il superamento della spesa storica -, dirette a iniettare nel nostro sistema quel principio di responsabilità di cui ha un sanguinate bisogno. Senza federalismo fiscale, il nostro sistema costituzionale, modificato dalla riforma del 2001, rimane una grande incompiuta. Le incompiute possono avere un loro fascino: l’incompiuta di Schubert è un capolavoro; la Sagrada Familia proprio nella sua misteriosa incompiutezza rivela la cifra della genialità che ha ispirato Guadì. Quando l’incompiuta è una riforma federale, il discorso però cambia radicalmente: è come una nave che deve navigare in un mare in tempesta senza il timone; il naufragio è una certezza. Il timone che manca al sistema italiano è proprio il federalismo fiscale. I segnali dell’impossibilità a navigare sono sconfinati: ne voglio ricordare solo due, recentemente e un po’ in sordina, venuti alla luce. Napoli ha accumulato quattrocento milioni di euro multe non riscosse. Si era offerta Equitalia per cercare di recuperare quella cifra spaventosa, ma perse la gara che, grazie a un assessore al bilancio colluso, fu vinta da un imprenditore locale, che di cognome fa Romeo. Le multe continuano a rimanere non riscosse e il resto è cronaca giudiziaria. Altro dato: la sanità della Calabria è uno dei buchi neri del bilancio dello Stato ed è stata una delle cinque Regioni beneficiate dal salvataggio di dodici miliardi di euro dell’ultimo governo Prodi. In questi mesi la situazione è stata tutt’altro che risanata, al punto che il Governo ha dovuto nominare Kpmg per ricostruire tutta la contabilità, perché quella locale era così inattendibile da risultare quasi inesistente; una “perla”: si è scoperto che l’ospedale di Taurianova, con diciotto posti letto, ha centosettantaquattro dipendenti. Sono solo due “piccoli” esempi, che non devono meravigliare, in un sistema che, mentre ha decentrato funzioni amministrative e legislative, in coerenza con lo spirito federalista ha abolito i controlli (Coreco e quanto altro) che prima esistevano sulle amministrazioni locali. Da anni nel meridione la situazione è dunque letteralmente fuori controllo, generando situazioni che non vanno certo a vantaggio dei cittadini, come dimostra l’impressionante aumento delle migrazioni sanitarie verso il Nord. E’ urgente, allora, ricostruire attraverso la responsabilizzazione fiscale i danni prodotti dall’incompiuto federalismo italiano. Per questo motivo non appare convincente la proposta dei sindaci che reclamano il venti per cento dell’Irpef: una compartecipazione come quella richiesta non genera nessuna responsabilizzazione fiscale, anzi deresponsabilizza ancora di più rispetto ad adesso. Il cittadino comunale paga l’Iperf allo Stato che la trasferisce al Comune senza nessuna “tracciabilità” del tributo, senza nessuna trasparenza che renda possibile giudicare con il voto l’operato delle amministrazioni locali. Di questo il Paese non ha proprio bisogno! Soprattutto la proposta dei sindaci prevede una perequazione integrale in base alla spesa storica: siccome l’Irpef è molto sperequata sul territorio il trasferimento dal Nord al Sud sarebbe davvero ingente: un regalo straordinario alle gestioni inefficienti e deresponsabilizzate che producono quelle situazioni perverse cui sopra si è accennato. Il movimento del venti per cento – e questo è sorprendente - dimentica così un dato molto elementare: lo Stato non è una cornucopia che fabbrica risorse, chiedere in questo modo ulteriori risorse allo Stato, di fatto vuol dire chiederle ai contribuenti del Nord. La proposta quindi, così com’è formulata è in realtà un autogol. La comprensibile difficoltà dei Comuni del Nord, derivante dai vincoli del Patto di stabilità, dall’abolizione dell’Ici sulla prima casa, ecc. meriterebbe una ben altra considerazione. Il movimento dei sindaci avrebbe senso se diventasse un reale movimento di base alla difesa delle sole ragioni del Nord Est, in un momento in cui questo rischia di fare la fine del vaso di coccio tra i vasi di ferro. I vasi di ferro sono le realtà politiche meridionali, che sono molto meglio attrezzate nel difendere le loro rendite, basta vedere come le sistematiche compagne dello Svimez contro il disegno di legge sul federalismo fiscale stanno creando non pochi problemi nella fase parlamentare. I vasi di ferro sono ancora di più le ricche Regioni speciali (Valle d’Aosta e Trentino Alto Adige), dal PIL pro capite maggiore di quello della Lombardia, ma che trattengono sul territorio il centoventiquattro per cento delle risorse, perché oltre a non dare nulla al Sud continuano a prendere molto dallo Stato; da abilissimi Robin Hood alla rovescia del nostro sistema istituzionale, i loro rappresentanti continuano a parare i tentativi di riportare un po’ di equità nel sistema, forse anche perché il Nord Est, appunto, in un modo o nell’altro, finisce per fare la parte del vaso di coccio.

Quanti avranno letto questo articolo? Forse lo 0,4% delle persone? E' risaputo che il ritorno dell'irpef non è equo.Sono queste regioni autonome o a statuto speciale, comunità montane, e altarini vari, e di tutte quelle regioni con una rappresentanza politica più forte, che hanno dissanguato il resto d'Italia. La divisione dell’Italia non la vogliamo noi Veneti, ma l’hanno già fatta loro, i padroni del vapore, i signori della casta.
A questi signori voglio dire che l’albero nato 50 anni fa, non da più frutti. Ma in questi anni, non tutti i frutti sono stati mangiati, qualche frutto è caduto lontano dall’albero, e stanno nascendo nuovi alberi più in la, in una nuova terra. Come si sa la natura è mutante, e alcuni di questi nuovi alberi hanno una particolarità, non daranno frutti, ma in compenso faranno tanta ombra, sotto la quale potremmo sdraiarci al riparo dal sole, quando non avremmo più nulla da fare. E, all'ombra dell'ultimo sole, racconteremo le storie ai nostri nipoti, di quando c'era il lavoro, di quanto stupidi siamo stati, di quando c'era l'euro, di quando c'erano le banche, al fallimento finanziario mondiale.

Saluti a tutti

sabato 14 marzo 2009

Dare ai poveri, togliendo ai ricchi?

Intanto grazie per il tuo intervento. Mi chiedi cosa ne penso di: dare ai poveri, togliendo ai ricchi?
Penso che vista la situazione attuale, sia una cosa da fare, ammesso che i soldi li prendano dai ricchi, ricchi, e che siano dati ai poveri, poveri. Ma da come vanno le cose in Italia penso che i culi da fottere saranno sempre gli stessi. Comunque può essere una soluzione momentanea, ma non la soluzione, qualcuno ha detto:"Se qualcuno ha fame, non dargli un pesce, ma insegnagli a pescare".
Questo è uno spezzone dell' articolo riportato dal Gazzettino oggi.
VENEZIA (13 marzo) - Premi di produzione al massimo consentito - il 10% dello stipendio, circa 15mila euro a testa - per i super manager della Regione Veneto, ma bonus ridotti per i tremila dipendenti dello stesso ente.
La polemica sui premi elargiti da Palazzo Balbi si arricchisce di un nuovo capitolo. Pietro Levorato, segretario della Uil, è inferocito: «Ci hanno detto che i premi di produttività del 2008 per i dipendenti regionali, dall’usciere al dirigente, saranno inferiori al 2007, stiamo aspettando le cifre esatte, ma per i super manager, che esistono solo da noi, i soldi ci sono».
Una spiegazione è necessaria: il Veneto è rimasto praticamente l’unica Regione in tutta Italia ad aver mantenuto, sin dalla sua istituzione nel 1970, la figura dei "segretari regionali". Tutti di nomina politica (e quelli che sono anche dipendenti regionali risultano in aspettativa, quindi, metti mai che cambi il colore della giunta, con il posto fisso garantito). Tutti con contratto di natura privatistica. In Veneto questi massimi vertici sono 11, dal segretario generale della Programmazione ai segretari regionali dei vari settori. In pratica, uno per assessorato. Occhio: questi segretari regionali non hanno responsabilità amministrative: «Non firmano delibere - dice Levorato - le delibere vengono firmate dall’assessore o, quasi sempre, dal dirigente competente. Se succede qualcosa, è il dirigente a rispondere».

Pensi che a questa gente gli interessi qualcosa della crisi? O che gl'importi molto se gli aumentino le tasse di un+2%? Credo proprio di no.
Questi sono i veri parassiti, e tutti gli appartenenti alla "Casta" .
Un'altra cosa che si può fare, è quella di recuperare i soldi che gli evasori fiscali hanno depositato in Svizzera o in altri paradisi fiscali. E' una buona notizia quella di oggi, sembrerebbe che la svizzera, di fronte a fatti certi, abbia accettato di collaborare. E quì è sempre da vedere quali soni i fatti certi accertati.
Se poi togliere ai ricchi intendono aumentare ancora la pressione fiscale alle aziende, che Dio ce la scampi.
Saluti a tutti, e visto i tempi che corrono,
Buona cassa integrazione a tutti

giovedì 12 marzo 2009

Gia mi vogliono oscurare

Sono appena arrivato e già mi vogliono oscurare. E' passato al senato un emendamento , presentato dal senatore D'Alia dell'UDC, a un disegno di legge di Brunetta che obbligherà i provider a oscurare siti, blog o social media come YouTube e Facebook su richiesta del ministero degli Interni per reati di opinione. Senza nessuna sentenza della magistratura. Che dire allora di cosa ci propina oggi la televisione? Hanno chiaramente paura. Tutte le televisioni, giornali compresi, sono in mano ai politicanti, ai servi di partito, stanno rovinando i nostri figli. Ma solo quelli che la guardano ancora. Oggi i giovani smanettano col PC, guardano meno la TV, e vanno ad una velocità 1000 volte superiore alla loro. Se la stanno facendo addosso dalla paura. Si è vero che si può trovare di tutto in rete, anche istigazione a reato, ma ci sono già le leggi per punire chi lo fa. Non si fa chiudere un sito, si va a punire il colpevole. Ma tra le altre cose che si possono trovare in rete, c'è la verità, la nuda e cruda verità, quello che a noi non ci è dato sapere, quello che ci nascondono. Hanno capito che oggi la politica si fa in rete, e vogliono impadronirsi anche di quella.

L'art. 21 della Costituzione stabilisce che:
Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure.Si può procedere a sequestro soltanto per atto motivato dell'autorità giudiziaria nel caso di delitti, per i quali la legge sulla stampa espressamente lo autorizzi, o nel caso di violazione delle norme che la legge stessa prescriva per l'indicazione dei responsabili.In tali casi, quando vi sia assoluta urgenza e non sia possibile il tempestivo intervento dell'autorità giudiziaria, il sequestro della stampa periodica può essere eseguito da ufficiali di polizia giudiziaria, che devono immediatamente, e non mai oltre ventiquattro ore, fare denunzia all'autorità giudiziaria. Se questa non lo convalida nelle ventiquattro ore successive, il sequestro s'intende revocato e privo di ogni effetto.La legge può stabilire, con norme di carattere generale, che siano resi noti i mezzi di finanziamento della stampa periodica.
Sono vietate le pubblicazioni a stampa, gli spettacoli e tutte le altre manifestazioni contrarie al buon costume. La legge stabilisce provvedimenti adeguati a prevenire e a reprimere le violazioni.

Buona riflessione

Suluti a tutti

martedì 10 marzo 2009

Conti dormienti

Gironzolando per la rete mi ritrovai nel blog di Beppe Grillo. Ho letto un articolo riguardante i conti dormienti. Che ne pensate di questa rapina? Ritorneranno i vecchi sistemi? Sotto il materasso o sotto una piastrella? Se dovesse finire così saranno dolori per chi ci governa, cosa riusciranno a fare senza i nostri soldi? I soldi di chi se li suda con il lavoro, che risparmia, che conduce una vita di privazioni e sacrifici per far studiare i figli, o semplicemente per realizzare un proprio sogno.
Il sogno di una vita.
I conti dormienti sono un milione. Ecco l'elenco completo
www.beppegrillo.it

Saluti a tutti