Con lo stesso metodo è possibile calcolare le probabilità di ogni punteggio:
una probabilità su 326,71 di fare tre
una probabilità su 11.906,95 di fare quattro
una probabilità su 1.232.346,48 di fare cinque
una probabilità su 103.769.105 di fare cinque + 1
una probabilità su 622.614.630 di fare sei
Ora guarda questa fotografia
Molte belle, non c’è che dire. Queste tre ragazze sono Nicole, Erica e Jaclyn Dahm. Sono sorelle gemelle, e sono conigliette di Playboy. Secondo la statistica genetica le probabilità di un parto trigemellare monozigote è 1 su 1.000.000. Inoltre si può affermare che la probabilità che la famiglia Dahm avesse tre figlie è 1:2 (in quanto statisticamente nel parto monozigote il sesso è identico). Ora aggiungiamo una variabile non oggettiva:la probabilità che le tre gemelline fossero così gnocche è 1:100 (e ci teniamo larghi…). Da questo consegue che la probabilità per la famiglia Dahm di avere tre figlie gemelle così belle è di (1/1.000.000) x (1/2) x (1/100), ossia 1 su 200.000.000. Comparando i risultati ottenutisi evince che è 3 volte più probabile avere tre figlie gemelle monozigote che finiscono su PlayBoy anzichè fare 6 al SuperEnalotto.
Ora vediamo, quanti dei soldi giocati, vanno a formare i montepremi. Il Superenalotto è una gallina dalle uova d’oro per le disastrate casse pubbliche. Di fatti, la vincita non è soggetta a tassazione, ma solo perché il prelievo avviene alla fonte. E si tratta del gioco in cui l’Erario porta via la quota maggiore rispetto alla raccolta: per ogni 100 euro vinti, 49,5% finiscono allo Stato. Una somma di gran lunga maggiore rispetto agli altri, in cui il prelievo fiscale si aggira tra il 20 e il 30%. Per non parlare delle scommesse sportive, la cui tassazione non supera il 5%. Una volta tolto il prelievo che finisce allo Stato, per ogni 100 euro giocati ne restano 50,5: di questi, otto vanno al punto vendita, 4,4 alla Sisal (l’azienda che gestisce i concorsi a pronostici più famosi in Italia: Superenalotto, Totip+, Tris) e solo i restanti 38 vanno a formare il montepremi. In sostanza, dunque, poco più di un terzo dei soldi messi sul piatto dai giocatori viene loro restituito in premi. Nel 2009 sono stati giocati 3,3 miliardi di euro solo per il superenalotto: di questi, 1,65 miliardi sono confluiti nelle casse statali. Non saprei come lo Stato usa questi soldi, non ho trovato nessun articolo che faccia riferimento a tal proposito. Ad agosto di quest'anno sono stati giocati 270 milioni di euro per la caccia al jackpot del SuperEnalotto. Un dato in crescita del 27,2% sui 211 milioni di luglio, addirittura del 50,3% sui 178 di giugno.
Se tutto ciò non vi avesse ancora acceso il lume della ragione, potete leggervi questa intervista a due dei più famosi matematici italiani.
Vi ricordate il terremoto in Abruzzo, forse non vi ricordate però che il benpensante ministro La Russa aveva proposto di azzerare il jackpot del superenalotto, allora di circa 44 milioni di euro, e devolverlo in favore degli abruzzesi terremotati. Li per li sembra un'ottima proposta, chi non sarebbe stato d'accordo. Ma se come abbiamo visto in precedenza il jackpot viene formato da poco più di un terzo dei soldi giocati, che dovrebbero andare al vicitore(ammesso che qualcuno vinca), con questa proposta di La Russa vuol dire portarci via anche le bricciole. Solo nel mese di agosto sono stati giocati 270 milioni di euro e l'erario se n'è trattenuto circa 130. Ministro La Russa, ma mi faccia il piacere. Leggi l'intervista
Se ancora non bastasse leggete qui
Superenalotto: un modello razionale di comportamento è non giocare. Ci spremono gia come limoni con le tasse, evitiamo almeno di pagare quelle facoltative.
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