domenica 26 giugno 2011

Ossuccio, fuochi d'artificio all'Isola Comacina 2011

La festa ha cinque secoli e commemora la devastazione dell’isola, il 24 giugno del 1169, da parte dei comaschi, per punire gli isolani schierati, nell’Italia dei Comuni, contro l’imperatore Federico Barbarossa e con Milano nella guerra contro Como (1118-1127); le origini remote sono però di festa contadina in onore del Battista per propiziare i raccolti estivi. Le cronache narrano che alla rappresaglia dei comaschi ghibellini è seguita la distruzione di fortificazioni e case e della basilica di Sant’Eufemia che custodiva le reliquie dei Martiri donate nel quinto secolo da Sant’Abbondio; mentre i sopravvissuti e le reliquie si sono salvati sull’altra sponda del lago, a Varenna, ribattezzata Insula Nova.
Narra una leggenda che tre secoli dopo l’orrenda strage, nel 1435, San Giovanni Battista in veste di pellegrino sia comparso per sorte a un isolano e lo abbia invitato a scavare sotto un noce. E così che i ruderi dell’antica basilica sono riemersi, insieme alla memoria storica degli isolani che gioiosamente hanno ricostruito la loro chiesa. Da allora, ogni anno, per San Giovanni Battista, si fa festa nel ricordo di quegli eventi.
La sera della vigilia il lago viene sfarzosamente illuminato. Un tempo con lumini a olio posti nei gusci delle lumache lacustri, denominati lumaghitt; oggi anche con ceri collocati nelle barche, sui balconi delle case e nelle contrade. L’idea dei lumaghitt deriva dalla consuetudine di cucinare lumache in umido con polenta alla vigilia di San Giovanni.
Un’esplosione pirotecnica "incendia" l’isola e la notte con 1.200 postazioni per sparare oltre 10 quintali di fuochi d’artificio a 400 metri di altezza, sul lago illuminato da migliaia di lumaghitt galleggianti. Si ricordano così incendio e distruzione dell’isola, illuminando a giorno lo specchio verso terraferma, chiamato Zoca de l’oli (conca dell’olio), per via degli estesi oliveti della sponda che si azzardano a crescere rigogliosi a una latitudine tanto inconsueta. Una zona che gode di clima talmente mite da favorire la fioritura di essenze mediterranee come ulivi, viti, allori e, sulle pendici dei monti, folti boschi di castagni. Una terra, tra isola, lago e monti, che esplode di colori sempre diversi con il mutare delle stagioni. Dai primaverili, quando la natura rinverdisce e si copre dei mille cromatismi dei fiori tra il verde dei prati e degli alberi. Agli autunnali, quando il verde cede il posto a giallo, rosso e marrone.
Tratto da http://www.folclore.eu/

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